Il giudizio di Petrarca è estremamente negativo perché il Canzoniere
testimonia l'oscillazione di sentimenti e il dissidio interiore del
poeta. Inoltre, egli riponeva le speranze di gloria nelle opere in
latino e non in quelle in volgare. Petrarca, nel Canzoniere, ha una
concezione dell'amore terrena e si sofferma non tanto sulla lode di
Laura quanto sui propri sentimenti, e in questo prende spunto da
Cavalcanti. Inoltre, la concezione della vanità delle cose era già
presente in una fonte biblica, l'Ecclesiaste. Nel passato è un giovane
che ha perso la retta via mentre, nel presente, è un uomo pentito,
anche se ancora innamorato. Petrarca ha una concezione dell'amore
terrena. Nel sonetto Padre del ciel, dopo i perduti giorni, Petrarca,
oltre ad essere pentito dei suoi gravi errori giovanili, prega Dio
affinché lo liberi dal peccato e gli confessa le proprie colpe.
Nel sonetto “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono” il poeta parla
dell’esperienza amorosa ormai superata nella prospettiva cristiana (il
pentimento, la coscienza della brevità e della illusorietà dei beni
terreni).
Il poeta offre al lettore quattro tipi di informazioni:
- sono stato a lungo innamorato
- ora sono cambiato
- chiedo pietà e perdono
- (l’unico non esplicito) sono degno di riceverli.
Egli si rivolge a coloro (Voi), che, come lui, soffrono le pene
dell’amore e spera di trovare in loro perdono e comprensione (spero
trovar pietà, nonché perdono – di me medesimo che meco mi vergogno)
poiché, a causa di questo sentimento, frutto di uno sbaglio giovanile
(giovanile errore) egli era ben diverso dall’uomo che è oggi
(quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono). Non solo ha commesso
un errore morale, mettendo da parte Dio, ma anche un errore
letterario, visto che ha fatto produrre dei componimenti slegati fra
loro (Rime sparse) che esprimono sentimenti contrastanti, frutto di
diversi stati d’animo.
Nel proemio troviamo termini specifici della materia amorosa (sospiri
e core al v. 2, piango et ragiono al v. 5, speranze e dolore al v.6,
amore al v. 7). Ma vi sono però nel sonetto anche alcuni riferimenti
alla prospettiva cristiana, quali il richiamo alla trasformazione
dell’individuo(v.4), che allude implicitamente al tema della
conversione (con rimando alla vergogna ai v. 11e12), il motivo della
inutilità e della illusorietà dei beni terreni (errore al v. 3, vane/
van al v. 6, favola al v. 10).
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