lunedì 17 maggio 2010

un autore moderno

Petrarca è il primo ad avere dubbi. E' il primo poeta che inizia ad avere un forte tormento interiore, ad essere un uomo dedito ai piaceri della vita, a non vedere Dio e la Fede come punto centrale della vita dell'uomo. Lui è il primo che si vede peccatore e capisce che ama la creatura piuttosto che il creatore come avviene invece con Dante Alighieri o gli altri stilnovisti. Ama i beni terreni come la fama, l'amore, la gloria e il denaro e solo in età adulta riesce a capire che "Quanto piace al mondo è breve sogno" cioè che tutto è destinato a finire velocemente proprio come è iniziato... Questa concezione della vita è molto odierna e moderna perciò Petrarca è definito un poeta moderno e contemporaneo sebbene sia del 200

"Quanto piace al mondo è breve sogno"

Tutto ciò che di bello la natura ha creato, è di breve durata... tutto
è sottoposto al fatidico "divenire", al mutamento, al tempo... tutto
cambia, nulla resta, tutto si trasforma...
Cosa sarebbe la vita se tutto fosse statico, fisso e controllato?
La realtà è ben diversa... ogni cosa è mutevole, che sia essa bella o
brutta...
Il problema è che noi percepiamo le cose belle e le cose "brutte", e
le deformiamo... le cose belle sembrano durare poco, le brutte
sembrano non finire mai....
"Il tempo vola finché ci si diverte..."
Perché il tempo, o almeno la sua percezione, è relativo e mutevole...

Analisi del testo

Il giudizio di Petrarca è estremamente negativo perché il Canzoniere
testimonia l'oscillazione di sentimenti e il dissidio interiore del
poeta. Inoltre, egli riponeva le speranze di gloria nelle opere in
latino e non in quelle in volgare. Petrarca, nel Canzoniere, ha una
concezione dell'amore terrena e si sofferma non tanto sulla lode di
Laura quanto sui propri sentimenti, e in questo prende spunto da
Cavalcanti. Inoltre, la concezione della vanità delle cose era già
presente in una fonte biblica, l'Ecclesiaste. Nel passato è un giovane
che ha perso la retta via mentre, nel presente, è un uomo pentito,
anche se ancora innamorato. Petrarca ha una concezione dell'amore
terrena. Nel sonetto Padre del ciel, dopo i perduti giorni, Petrarca,
oltre ad essere pentito dei suoi gravi errori giovanili, prega Dio
affinché lo liberi dal peccato e gli confessa le proprie colpe.


Nel sonetto “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono” il poeta parla
dell’esperienza amorosa ormai superata nella prospettiva cristiana (il
pentimento, la coscienza della brevità e della illusorietà dei beni
terreni).
Il poeta offre al lettore quattro tipi di informazioni:
- sono stato a lungo innamorato
- ora sono cambiato
- chiedo pietà e perdono
- (l’unico non esplicito) sono degno di riceverli.
Egli si rivolge a coloro (Voi), che, come lui, soffrono le pene
dell’amore e spera di trovare in loro perdono e comprensione (spero
trovar pietà, nonché perdono – di me medesimo che meco mi vergogno)
poiché, a causa di questo sentimento, frutto di uno sbaglio giovanile
(giovanile errore) egli era ben diverso dall’uomo che è oggi
(quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono). Non solo ha commesso
un errore morale, mettendo da parte Dio, ma anche un errore
letterario, visto che ha fatto produrre dei componimenti slegati fra
loro (Rime sparse) che esprimono sentimenti contrastanti, frutto di
diversi stati d’animo.
Nel proemio troviamo termini specifici della materia amorosa (sospiri
e core al v. 2, piango et ragiono al v. 5, speranze e dolore al v.6,
amore al v. 7). Ma vi sono però nel sonetto anche alcuni riferimenti
alla prospettiva cristiana, quali il richiamo alla trasformazione
dell’individuo(v.4), che allude implicitamente al tema della
conversione (con rimando alla vergogna ai v. 11e12), il motivo della
inutilità e della illusorietà dei beni terreni (errore al v. 3, vane/
van al v. 6, favola al v. 10).

Parafrasi

Voi che ascoltate in poesie staccate tra di loro il suono di quei
sospiri con i quali nutrivo il cuore al tempo del primo traviamento
giovanile, quando in parte ero un altro uomo rispetto a quello che
sono, delle varie forme poetiche nelle quali piango e ragiono tra le
vane speranze e il vano dolore, spero di trovare pietà, non solo
perdono, dove ci sia qualcuno che conosca l'amore per averlo provato.
Ma vedo ormai come fui per tutto il popolo motivo di riso da gran
tempo, per cui spesso mi vergogno di me stesso; e il frutto del mio
amore impossibile è la vergogna, il pentimento e la chiara
consapevolezza che tutto quello che piace al mondo è vano.

Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono

Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond'io nudriva 'l core
in sul mio primo giovenile errore
quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono,


del vario stile in ch'io piango e ragiono
fra le vane speranze e 'l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.


Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;


e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.

Francesco Petrarca


Francesco Petrarca (Arezzo, 20 luglio 1304 – Arquà, 19 luglio 1374) è
stato uno scrittore, poeta e umanista italiano. L'opera per la quale
Petrarca è universalmente noto è il Canzoniere. Petrarca, nonostante
si considerasse soprattutto, come tutti gli eruditi del suo tempo, un
autore di lingua latina, svolse un ruolo essenziale per lo sviluppo
della poesia italiana in volgare. L'opera lirica di Petrarca, come è
stato sottolineato dalla critica, somma infatti in sé tutte le
esperienze della poesia italiana delle origini, compiendo tuttavia una
selezione dal punto di vista della metrica (stabilendo ad esempio
precise regole sull'accentazione degli endecasillabi che all'epoca di
Dante era ancora meno codificata) e negli argomenti (escludendo dal
canone tematico gli elementi goliardici e realistici che nel Duecento
erano stati presenti e che continuavano ad avere successo nel
Trecento) che influenzò fortemente tutta la poesia a venire. Il
fenomeno del petrarchismo costituisce uno dei capitoli più complessi
nella storia delle tradizioni letterarie europee.